Proviamo
a fare un breve riassunto semplice semplice della situazione per quei quattro
italiani che sono rimasti semplici epidemiologi, senza diplomarsi alla
Altissima Scuola di Guerra di Facebook e che non leggono fonti internazionali,
visto che i media italiani al solito sono da bocciare su tutta la linea.
In
breve: le operazioni militari sono sostanzialmente ferme, nella situazione
attuale i due contendenti non sembrano in grado di prevalere sull’avversario. I
Russi non riescono più praticamente ad avanzare, mentre gli Ucraini si limitano
a piccoli contrattacchi locali.
Sul
fronte di Kyiv, i Russi sono passati sulla difensiva, fortificando le loro
posizioni mentre gli Ucraini stanno compiendo piccoli contrattacchi per
riconquistare posizioni strategiche.
Kharkiv
si trova nella stessa situazione.
Al
sud, i Russi hanno abbandonato l’assedio di Mycolaiv (malgrado i TG italiani
debbano ancora aggiornarsi) e si sono ritirati di alcune decine di chilometri
verso Kherson per semplificare le loro linee di rifornimento, mentre continuano
a puntare su Kryvii Rih. (Di poche ore fa la notizia NON confermata che gli
Ucraini sia arrivati a Kherson… vedremo).
A
questo punto il paventato attacco ad Odessa (su cui in Italia ancora si
fantastica) sembra rimandato a data da definirsi (senza contare la perdita di
una delle navi da sbarco avvenuta ieri mattina) e parte delle truppe da sbarco
russe sono state dirottate sull’assedio di Mariupol.
Sul
fronte del Donbass invece i Russi continuano ad avanzare, anche se molto
lentamente, ma sembra fallito anche qui il loro tentativo di accerchiare le
truppe ucraine su questo fronte.
Il
punto focale al momento è Mariupol, ormai assediata e isolata, ma che continua
cocciutamente a resistere.
Sembra
difficile che nel prossimo futuro la situazione possa radicalmente cambiare.
Gli
Ucraini stanno sicuramente organizzando e portando in linea nuove unità di
volontari stranieri, coscritti e riservisti, ma, malgrado gli aiuti NATO,
difficilmente avranno i mezzi pesanti per attrezzarle, necessari per azioni
offensive decisive.
Anche
la situazione russa non sembra migliore. Le stime sembrano concordare che ormai
abbiano perso circa il 20% della loro forza di attacco iniziale e hanno grossi
problemi a ripianare le perdite (La legge russa, promulgata dopo il bagno di
sangue della Cecenia, impedisce l’uso di coscritti in azioni all’estero).
Una
speranza dello stato maggiore russo era conquistare in fretta Mariupol e
riutilizzare le truppe impegnate su quel fronte, ma la resistenza Ucraina sta
trasformando l’assedio in un vero tritacarne (che alcuni osservatori iniziano a
stimare potrebbe durare ancora per giorni) e difficilmente le unità impegnate saranno
buone per qualcosa alla fine di quella battaglia.
I
Russi stanno tentando di ripianare le perdite trasferendo quello che possono
dall’estremo oriente o dal Caucaso (e notizia di ieri gli Azeri ne stanno già
approfittando per compiere azioni militari contro gli Armeni alleati dei
Russi), tentando, sembra senza molto successo, di reclutare mercenari in Siria
o in Africa, oppure di spingere la Bielorussia a entrare in guerra.
Come
dicevo è una situazione di “stallo” nessuna delle due parti sembra in grado di
riprendere in maniera efficace l’iniziativa per sopraffare l’avversario.
Quindi
che può succedere se una delle due parti non trova le risorse per romperlo
questo stallo?
Non
voglio fare previsioni, impossibile, ma presentare alcuni possibili scenari di
massima.
Primo
scenario, il migliore ovviamente, scoppia la pace! Abbiamo tre sotto scenari
1A.
Gli Ucraini si arrendono. Altamente improbabile vista la situazione attuale. Possibile
solo nel caso dell’eliminazione fisica di Zelensky o di un qualche colpo di
stato. Anche in quel caso, la guerra si trasformerebbe semplicemente in
guerriglia che durerebbe per anni.
1B.
Si arrendono i Russi. Possibile solo nel caso accadesse un “incidente” a Putin
(Signor Ambasciatore Russo come vede non sto augurandomi la morte violenta del vostro
ditt…, ehm, capo di stato, non mi denunci). Il cambio di rotta sarebbe estremamente
brusco, ma il controllo dei media da parte del governo russo potrebbero
renderlo possibile e digeribile all’opinione pubblica. Opzione sicuramente
pericolosa per i possibili scontri di potere in una nazione con migliaia di
bombe atomiche.
1C
Si raggiunge un compromesso tramite i negoziati.
Uno
dei principali punti, la presa in giro della cosidetta DeNazificazione è stata
già tolta dal tavolo dagli stessi Russi e ridotta al blocco di un paio di
partitini di estrema destra (l’equivalente ucraino di Forza Nuova e CasaPound,
il 2% dei voti e un deputato) e il cambio di qualche toponomastica statale.
Dalla
loro parte gli Ucraini rinuncerebbero alla NATO, ma non all’occidente:
mantengono l’idea di entrare nell’Unione Europea, mentre la
“demilitarizzazione” non viene ovviamente accettata (trasformerebbe la pace in
una tregua in attesa che i Russi si riprendano e ci riprovino ad attaccare).
Il
problema territoriale è più spinoso e quello verrà deciso veramente solo dalla
situazione sul campo di battaglia. Di certo i Russi hanno bisogno di portare a
casa qualcosa per dare senso a questo disastro. Vista l’impossibilità ormai di
raggiungere Odessa, la presa di Mariupol potrebbe essere il punto di svolta. I Russi
potrebbero richiedere di tenersi il Donbass, la Crimea e il corridoio di
collegamento (magari Kherson), usando come merce di scambio le altre aree occupate.
Amputazioni dolorose per gli Ucraini, ma che potrebbero essere trattabili. Le
ultime dichiarazioni russe sembrano rendere realistico che stiano puntando a una
soluzione simile.
Secondo
scenario non si raggiunge la pace. Anche qui abbiamo tre possibili sotto
scenari:
2A.
la guerra continua così con questi ritmi in una situazione appunto di stallo. L’Ucraina
reggerebbe fino a che continua ad avere il supporto NATO, la domanda è per
quanto la Russia potrebbe reggere.
2B.
In qualche maniera il conflitto si raffredda e si incancrenisce, come in molti
altri casi che conosciamo bene. Tra cessate il fuoco, forze di interposizione OSCE
e altri ammennicoli vari, il fronte si congela. Ci si spara, ogni tanto, violazioni
varie, qualche puntata offensiva, i morti continuano ad accumularsi anche se a
ritmo più blando. Una situazione devastante per gli Ucraini delle zone occupate,
un durissimo colpo per l’Ucraina, ma anche per la Russia non sarebbe una
soluzione facile, tra sanzioni e destinata a dissanguarsi con un impegno
militare di lungo periodo.
2C.
Lo scenario peggiore: l’Escalation. I Russi incapaci di rompere lo stallo in maniera
convenzionale provano a romperlo in maniera non convenzionale: con armi
chimiche o addirittura nucleari. In teoria la cosa è possibile, l’Ucraina è fuori
dall’ombrello protettivo dell’articolo 5 NATO, e anche in presenza di attacco chimico
gli Stati Uniti hanno fatto sapere che non reagiranno militarmente provocando
una ulteriore escalation (anche se ieri c’era stata qualche spiacevole
sbavatura). Si spezzerebbe la forza di volontà Ucraina, se una delle loro città
venisse spazzata via da una esplosione nucleare? Possibile, ma in quel caso Putin
stesso diverrebbe radioattivo politicamente e nessun ammontare di spin mediatico
potrebbe far tornare la Russia diplomaticamente accettabile per decine di anni.
Ritengo che pure i suoi alleati cinesi avrebbero a quel punto seri problemi a
considerarlo un possibile partner.
Escludo
un quarto e ultimo scenario quello descritto in una serie di documenti di provenienza
non confermata e che descrivono un piano chiamato Nodo Gordiano. Si tratterebbe
in pratica una escalation di minacce militari convenzionali non convenzionali
verso la NATO, nel disperato tentativo di spezzare il fronte isolando i paesi
dell’Europa Orientale che sarebbero oggetto diretto delle minacce in caso di
limitati attacchi convenzionali, intimidendo con la minaccia di una guerra
mondiale quelli occidentali non direttamente coinvolti. Spezzata la NATO e
isolata l’Ucraina la Russia avrebbe la vittoria in pugno e potrebbe poi procedere
anche contro Baltici e Polonia. Spero che sia una fantasia e spero che nemmeno Putin
sia disposto a prendersi il rischio di una guerra nucleare.
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