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Ucraina. il trentesimo giorno

 



Proviamo a fare un breve riassunto semplice semplice della situazione per quei quattro italiani che sono rimasti semplici epidemiologi, senza diplomarsi alla Altissima Scuola di Guerra di Facebook e che non leggono fonti internazionali, visto che i media italiani al solito sono da bocciare su tutta la linea.

In breve: le operazioni militari sono sostanzialmente ferme, nella situazione attuale i due contendenti non sembrano in grado di prevalere sull’avversario. I Russi non riescono più praticamente ad avanzare, mentre gli Ucraini si limitano a piccoli contrattacchi locali.

Sul fronte di Kyiv, i Russi sono passati sulla difensiva, fortificando le loro posizioni mentre gli Ucraini stanno compiendo piccoli contrattacchi per riconquistare posizioni strategiche.

Kharkiv si trova nella stessa situazione.

Al sud, i Russi hanno abbandonato l’assedio di Mycolaiv (malgrado i TG italiani debbano ancora aggiornarsi) e si sono ritirati di alcune decine di chilometri verso Kherson per semplificare le loro linee di rifornimento, mentre continuano a puntare su Kryvii Rih. (Di poche ore fa la notizia NON confermata che gli Ucraini sia arrivati a Kherson… vedremo).

A questo punto il paventato attacco ad Odessa (su cui in Italia ancora si fantastica) sembra rimandato a data da definirsi (senza contare la perdita di una delle navi da sbarco avvenuta ieri mattina) e parte delle truppe da sbarco russe sono state dirottate sull’assedio di Mariupol.

Sul fronte del Donbass invece i Russi continuano ad avanzare, anche se molto lentamente, ma sembra fallito anche qui il loro tentativo di accerchiare le truppe ucraine su questo fronte.

Il punto focale al momento è Mariupol, ormai assediata e isolata, ma che continua cocciutamente a resistere.

Sembra difficile che nel prossimo futuro la situazione possa radicalmente cambiare.

Gli Ucraini stanno sicuramente organizzando e portando in linea nuove unità di volontari stranieri, coscritti e riservisti, ma, malgrado gli aiuti NATO, difficilmente avranno i mezzi pesanti per attrezzarle, necessari per azioni offensive decisive.

Anche la situazione russa non sembra migliore. Le stime sembrano concordare che ormai abbiano perso circa il 20% della loro forza di attacco iniziale e hanno grossi problemi a ripianare le perdite (La legge russa, promulgata dopo il bagno di sangue della Cecenia, impedisce l’uso di coscritti in azioni all’estero).

Una speranza dello stato maggiore russo era conquistare in fretta Mariupol e riutilizzare le truppe impegnate su quel fronte, ma la resistenza Ucraina sta trasformando l’assedio in un vero tritacarne (che alcuni osservatori iniziano a stimare potrebbe durare ancora per giorni) e difficilmente le unità impegnate saranno buone per qualcosa alla fine di quella battaglia.

I Russi stanno tentando di ripianare le perdite trasferendo quello che possono dall’estremo oriente o dal Caucaso (e notizia di ieri gli Azeri ne stanno già approfittando per compiere azioni militari contro gli Armeni alleati dei Russi), tentando, sembra senza molto successo, di reclutare mercenari in Siria o in Africa, oppure di spingere la Bielorussia a entrare in guerra.

Come dicevo è una situazione di “stallo” nessuna delle due parti sembra in grado di riprendere in maniera efficace l’iniziativa per sopraffare l’avversario.

Quindi che può succedere se una delle due parti non trova le risorse per romperlo questo stallo?

Non voglio fare previsioni, impossibile, ma presentare alcuni possibili scenari di massima.

Primo scenario, il migliore ovviamente, scoppia la pace! Abbiamo tre sotto scenari

1A. Gli Ucraini si arrendono. Altamente improbabile vista la situazione attuale. Possibile solo nel caso dell’eliminazione fisica di Zelensky o di un qualche colpo di stato. Anche in quel caso, la guerra si trasformerebbe semplicemente in guerriglia che durerebbe per anni.

1B. Si arrendono i Russi. Possibile solo nel caso accadesse un “incidente” a Putin (Signor Ambasciatore Russo come vede non sto augurandomi la morte violenta del vostro ditt…, ehm, capo di stato, non mi denunci). Il cambio di rotta sarebbe estremamente brusco, ma il controllo dei media da parte del governo russo potrebbero renderlo possibile e digeribile all’opinione pubblica. Opzione sicuramente pericolosa per i possibili scontri di potere in una nazione con migliaia di bombe atomiche.

1C Si raggiunge un compromesso tramite i negoziati.

Uno dei principali punti, la presa in giro della cosidetta DeNazificazione è stata già tolta dal tavolo dagli stessi Russi e ridotta al blocco di un paio di partitini di estrema destra (l’equivalente ucraino di Forza Nuova e CasaPound, il 2% dei voti e un deputato) e il cambio di qualche toponomastica statale.

Dalla loro parte gli Ucraini rinuncerebbero alla NATO, ma non all’occidente: mantengono l’idea di entrare nell’Unione Europea, mentre la “demilitarizzazione” non viene ovviamente accettata (trasformerebbe la pace in una tregua in attesa che i Russi si riprendano e ci riprovino ad attaccare).

Il problema territoriale è più spinoso e quello verrà deciso veramente solo dalla situazione sul campo di battaglia. Di certo i Russi hanno bisogno di portare a casa qualcosa per dare senso a questo disastro. Vista l’impossibilità ormai di raggiungere Odessa, la presa di Mariupol potrebbe essere il punto di svolta. I Russi potrebbero richiedere di tenersi il Donbass, la Crimea e il corridoio di collegamento (magari Kherson), usando come merce di scambio le altre aree occupate. Amputazioni dolorose per gli Ucraini, ma che potrebbero essere trattabili. Le ultime dichiarazioni russe sembrano rendere realistico che stiano puntando a una soluzione simile.

Secondo scenario non si raggiunge la pace. Anche qui abbiamo tre possibili sotto scenari:

2A. la guerra continua così con questi ritmi in una situazione appunto di stallo. L’Ucraina reggerebbe fino a che continua ad avere il supporto NATO, la domanda è per quanto la Russia potrebbe reggere.

2B. In qualche maniera il conflitto si raffredda e si incancrenisce, come in molti altri casi che conosciamo bene. Tra cessate il fuoco, forze di interposizione OSCE e altri ammennicoli vari, il fronte si congela. Ci si spara, ogni tanto, violazioni varie, qualche puntata offensiva, i morti continuano ad accumularsi anche se a ritmo più blando. Una situazione devastante per gli Ucraini delle zone occupate, un durissimo colpo per l’Ucraina, ma anche per la Russia non sarebbe una soluzione facile, tra sanzioni e destinata a dissanguarsi con un impegno militare di lungo periodo.

2C. Lo scenario peggiore: l’Escalation. I Russi incapaci di rompere lo stallo in maniera convenzionale provano a romperlo in maniera non convenzionale: con armi chimiche o addirittura nucleari. In teoria la cosa è possibile, l’Ucraina è fuori dall’ombrello protettivo dell’articolo 5 NATO, e anche in presenza di attacco chimico gli Stati Uniti hanno fatto sapere che non reagiranno militarmente provocando una ulteriore escalation (anche se ieri c’era stata qualche spiacevole sbavatura). Si spezzerebbe la forza di volontà Ucraina, se una delle loro città venisse spazzata via da una esplosione nucleare? Possibile, ma in quel caso Putin stesso diverrebbe radioattivo politicamente e nessun ammontare di spin mediatico potrebbe far tornare la Russia diplomaticamente accettabile per decine di anni. Ritengo che pure i suoi alleati cinesi avrebbero a quel punto seri problemi a considerarlo un possibile partner.

Escludo un quarto e ultimo scenario quello descritto in una serie di documenti di provenienza non confermata e che descrivono un piano chiamato Nodo Gordiano. Si tratterebbe in pratica una escalation di minacce militari convenzionali non convenzionali verso la NATO, nel disperato tentativo di spezzare il fronte isolando i paesi dell’Europa Orientale che sarebbero oggetto diretto delle minacce in caso di limitati attacchi convenzionali, intimidendo con la minaccia di una guerra mondiale quelli occidentali non direttamente coinvolti. Spezzata la NATO e isolata l’Ucraina la Russia avrebbe la vittoria in pugno e potrebbe poi procedere anche contro Baltici e Polonia. Spero che sia una fantasia e spero che nemmeno Putin sia disposto a prendersi il rischio di una guerra nucleare.

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