Visto che ne parlano tutti, scrivo anch'io un altro non richiesto post su i Tre Corpi, ma con una scusante: almeno io al contrario del 90% di quelli che ne chiacchierano ho letto il libro (e visto la serie cinese originaria)
Iniziamo a chiarire cosa è “Il problema dei tre corpi”.
La risposta tipica è che si tratta di un romanzo di fantascienza da cui Netflix ha recentemente sviluppato una serie televisiva
In verità “il Problema dei tre corpi” non è un romanzo, ma una “Trilogia” di romanzi di fantascienza scritta dal autore cinese Liu Cixin, ed è considerato un punto di svolta e il primo grande successo della fantascienza cinese e ha dato origine a numerose opere derivate: due serie animate, un film in uscita, una serie prodotta dalla cinese Tencent nel 2023 e appunto la serie della Netflix che conoscete.
Per capirci si tratta di un’opera di dimensioni notevoli (l’audiobook della trilogia dura più di 80 ore, la serie cinese che copre solo il primo libro è di 30 puntate) e che dal punto di vista cronologico copre un lasso di tempo che va dal 1970 a circa 18 milioni di anni nel futuro. Si, avete letto bene 18 milioni di anni.
Diciamolo chiaramente, il libro non è proprio scritto bene, anzi, presenta dei bei difetti, ma di sicuro affronta argomenti interessanti.
Netflix ha messo la serie in mano a due sceneggiatori famosi Weiss e Benioff, ovvero di due figuri che hanno massacrato Game of Thrones (che il loro nome viva per sempre nell’Infamia e che Satana gli riservi il più rovente dei gironi infernali), ma nel caso specifico, non dovendosi cimentare a scrivere loro una trama, hanno dimostrato di essere capaci di asciugare e razionalizzare i punti deboli della storia.
La storia che hanno creato fila e funziona, fila funziona più dell’originale, ma detto sinceramente è molto meno interessante, sicuramente più banale e con molta meno tensione dell’originale.
Per prima cosa trasferiscono tutta la storia dalla Cina a Londra, è questo è già un primo tradimento dello spirito fondamentale dell’autore, la cui fantascienza è sempre esplicitamente dedicata al futuro del suo paese e al ruolo che la Cina avrà nel futuro,
I personaggi del libro (e della serie cinese) vengono centrifugati e riassemblati in nuove figure che raccolgono i vari aspetti degli originali. Il puzzle è fatto con abilità e sapienza (in fin dei conti in otto puntate coprono un libro e mezzo, mentre la serie cinese, come dicevo ne impiega 30 per solo il primo libro), ma inevitabilmente in questo estratto perdono qualcosa.
Personalmente io sento la mancanza del “poliziotto” originario, Shi Qiang è il nome originario, un vero sbirro hard boiled alla Chandler che non manca mai di divertire e il Thomas Wade, del libro, lui esiste anche lì, è un personaggio molto più spaventoso ed enigmatico, cinico ed amorale, ma di sicuro votato alla razza umana e dalle enormi capacità.
Ma questi sono dettagli, la serie di Netflix è in verità molto più debole dal punto di vista psicologico.
Anche il livello di tensione della serie Netflix non è paragonabile né al libro né alla serie cinese. Nell’originale il “conto alla rovescia”, l’”universo che lampeggia”, sono fenomeni terrorizzanti, che disturbano nel profondo il lettore, con un brivido orrore esistenziale.
Cosa sta violando le leggi della natura? Perché? Cosa succede? “La fisica NON esiste” questa è la frase che guida il primo libro, la possibilità, che apre un nero vuoto esistenziale, che la concezione umana dell’universo e delle sue leggi sia una illusione. La disperazione che porta alla serie di suicidi che marcano il tempo come un altro cruento conto alla rovescia del libro, su Netflix è totalmente mancante,
Netflix invece perde tempo a introdurre l’assassino terminator dagli occhi spiritati, perché nelle trame di Hollywood serve il cattivo (quasi) imbattibile.
Questo ci porta all’ultima considerazione, quella vera. La serie Netflix è un thriller un po’ moscio con degli alieni lontani, ma il libro è invece un vero romanzo cosmologico”, anzi oserei dire che l’ultimo libro non è nemmeno un vero romanzo, la trama e i personaggi sono solo scuse per affrontare teorie scientifiche futuribili su cosa aspetta l’umanità.
L’opera di Liu Cixin affronta due grandi temi scientifico filosofici, Il primo è epistemologico: su cosa si basa la conoscenza scientifica, come possiamo essere sicuri di quello che conosciamo? La realtà è realmente quella che pensiamo di conoscere?
Il secondo è il cosiddetto paradosso di Fermi: “Dove sono tutti?”. Verificate le enormi dimensioni dell’Universo, dovremo avere lo spazio intorno a noi pullulante di vitae intelligenza e invece è oscuro e silenzioso. Perché?
Più di un libro di fantascienza affronta possibili scenari (io consiglio sempre Existence di David Brin), Liu Cixin sceglie lo scenario peggiore e più agghiacciante portandolo alle sue estreme conseguenze. Cercatevi Dark forest sul canale YT di Kurzgesagt.
Non è una storia facile, di sicuro non è allegra e, vi spoilero, finisce malissimo, ma è una storia di una ampiezza e di un respiro incredibile, cosmico appunto.
Di tutto ciò su Netflix non c’è quasi traccia.
Weiss e Benioff manco ci provano.
(Che il loro nome viva per sempre nell’Infamia e che Satana gli riservi il più rovente dei gironi infernali)
PS però beh almeno non abbiamo le astronavone sospese sopra NY da cui scendono esseri bavosi e zannuti che hanno fatto migliaia di anni luce solo per mangiare la gente e farsi ammazzare in maniera stupida dall’eroe americano mascellone e geniale.
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