Dovrei saperlo: l’ho studiato, in fin dei conti è questo il mio lavoro, quando non sono sommerso dalla burocrazia.
In verità è una cosa così basilare: si negozia perché si vuole qualcosa (qualcosa che non puoi avere in altre maniere). Non è un esercizio fine a sé stesso, o un’espressione di buona volontà o l’amore per la pace. Quando si tratta lo si fa avendo in mente un obiettivo.
Purtroppo, onestamente non vedo come l’invasione Russa dell’Ucraina possa avere un risultato positivo, questa è la logica perversa della guerra moderna. Le guerre NON portano più profitto da un secolo e mezzo a questa parte, ma la lezione deve ancora essere imparata. Qualunque siano gli esiti entrambe le parti ne usciranno in condizioni molto peggiori rispetto allo stato iniziale, ma è comunque fondamentale provare a capire quali sono gli obiettivi delle due parti in campo.
Quello Ucraino è abbastanza chiaro: che i Russi smettano di bombardare le loro città e seminare carcasse carbonizzate in giro per l’Ucraina, la loro indipendenza, fino al massimo di riottenere la sua integrità territoriale violata nel 2014.
Qual è l’obbiettivo di Putin (attenzione alle parole, quello di Putin non quello della Russia. Sono cose diverse e qui quello che conta è l’interesse del dittatore)?
Questa è una domanda complicata. Putin e suoi scherani hanno detto di tutto di più (vi rimando qui, per una lista provvisoria). La mia personale fallibilissima opinione lo espressa qui invece.
In breve, penso che Putin tenterà di prendersi TUTTO quello che potrà prendere.
Ritengo che il suo discorso di inizio guerra fosse paradossalmente sincero, come lo è il famigerato articolo celebrativo della sua vittoria uscito per errore il giorno successivo (qui). La sua ambizione era ricostruire l’Impero Russo (come ispirato da Dugin) a partire dall’Ucraina e trasformare il “mondo”.
L’inaspettata, incredibile, resistenza Ucraina gli sta impedendo però di raggiungere i suoi obiettivi e lo sta costringendo a trattare.
Questo è il punto fondamentale che gli pseudo pacifisti nostrani, fanno finta di non capire: è la resistenza che lo sta costringendo a trattare.
Non si tratta dopo che ci si è arresi. Dopo che ci si è arresi, ci si è arresi e basta. Si può chiedere misericordia o clemenza, ma non si tratta. Sta tutto nelle mani dell’altra parte. Di cosa bisognerebbe trattare quando hai consegnato già tutto alla controparte?
Le trattative, le negoziazioni, si fanno quando entrambi le parti hanno qualcosa da offrire all’altra. Putin può offrire la fine della guerra agli Ucraini, e gli Ucraini, resistendo, possono offrire a Putin, in cambio, una via di uscita dal pantano in cui ha infilato il suo disgraziato paese.
La resistenza degli Ucraini, le armi che gli stiamo fornendo, le sanzioni con cui stiamo colpendo la Russia sono proprio i fattori che costringeranno il dittatore a trattare e concedere agli Ucraini la pace, una pace giusta. Sono gli UNICI fattori che possono spingere Putin a trattare.
Rifugiarci adesso nel “pacifismo” dei pacifinti, rifiutarci di aiutare gli Ucraini, cianciando di trattative "a prescindere", mettere in dubbio le sanzioni sarebbe proprio quello che allontanerebbe la pace, perché darebbe una nuova speranza al dittatore di poter ottenere quello che vuole non con la trattativa, ma strappandolo con la forza, col sangue e con il terrore.
Ovviamente, la maggior parte dei pacifinti nostrani (a parte alcune isolate eccezioni che semplicemente NON capiscono il gioco di Putin) con la pace non hanno nulla a che fare. Sono solo i soliti fiancheggiatori del Dittatore che non avendo più il coraggio di lodarlo e appoggiarlo direttamente, persino loro se ne vergognano, ormai, provano comunque aiutarlo tentando di ostacolare la resistenza ucraina in qualsiasi maniera.
Fare il loro gioco, ve lo ripeto, non significa fermare la guerra, anzi significa allungarla perché darebbe a Putin la speranza di poter vincere anche senza trattare.
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