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Discovering the Samnite Museum in Campobasso

  Qui la versione italiana Molise does not exist. This is the running joke, and if you cross the whole region in one go on the motorway, it may seem almost mtrue, but the Samnite Museum in Campobasso alone is enough to prove that Molise exists now and certainly existed in the past. Finding myself in town, I returned to visit it after an absence of a few years due to the pandemic, on one of those autumn mornings as sweet as spring. I crossed the sunny Corso and stopped for a coffee in Piazza Pepe, which had been transformed into an open-air salon. I passed a small shop on Via Cannavina, which always gives me an overwhelming urge to buy something superfluous and fancy, said hello to the statue of Fred Buongusto and climbed the steps to Palazzo Lanzarotta, where the museum is located. The Samnite Museum has recently been renovated and has a modern and well kept exhibition, with detailed explanations of each piece, the history of the finds and the overall picture. It is not huge, b
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Alla scoperta del museo Sannitico di Campobasso

Here english version  Il Molise non esiste.  Questa è la battuta corrente e, magari, attraversando tutta la regione, in un fiato solo, lanciati in autostrada, potrebbe sembrare quasi vero, ma il museo Sannitico a Campobasso basta, da solo, a dimostrare che il Molise esiste ora e di certo è esistito anche nel passato. Trovandomi in città, sono tornato a visitarlo dopo una assenza di qualche anno, complice la pandemia, in una di queste mattine autunnali dolci come una primavera. Ho attraversato il corso assolato e mi sono soffermato per un caffè su piazza Pepe trasformata in un salotto a cielo aperto. Sono passato di fronte a un piccolo negozio a via Cannavina, che ogni volta mi fa venire una voglia irrefrenabile di comprare qualcosa di superfluo e sfizioso, ho salutato la statua di Fred Buongusto, e mi sono arrampicato lungo la scalinata fino a palazzo Lanzarotta, sede del museo. Il Museo Sannitico è stato ristrutturato abbastanza di recente e presenta una esposizione moderna e curata,

Il problema dei Tre Corpi

  Visto che ne parlano tutti, scrivo anch'io un altro non richiesto post su i Tre Corpi, ma con una scusante: almeno io al contrario del 90% di quelli che ne chiacchierano ho letto il libro (e visto la serie cinese originaria) Iniziamo a chiarire  cosa è “Il problema dei tre corpi”.  La risposta tipica è che si tratta di un romanzo di fantascienza da cui Netflix ha recentemente sviluppato una serie televisiva In verità “il Problema dei tre corpi” non è un romanzo, ma una “Trilogia” di romanzi di fantascienza scritta dal autore cinese Liu Cixin, ed è considerato un punto di svolta e il primo grande successo della fantascienza cinese e ha dato origine a numerose opere derivate: due serie animate, un film in uscita, una serie prodotta dalla cinese Tencent nel 2023 e appunto la serie della Netflix che conoscete. Per capirci si tratta di un’opera di dimensioni notevoli (l’audiobook della trilogia dura più di 80 ore, la serie cinese che copre solo il primo libro è di 30 puntate) e che da

Un pranzo a Crisopoli

  Petros osservò la folla che usciva dal terminal dei traghetti di Crisopoli. Aveva un punto di vista privilegiato (letterale) dall’alto del suo metro e novanta di altezza. Non c’era la confusione che ci sarebbe stata tra qualche ora, quando i traghetti che attraversavano il Bosforo sarebbero stati stracolmi di pendolari che tornavano a casa nei sobborghi sulla sponda asiatica, ma non voleva certo rischiare di perdere il suo ospite straniero, sarebbe stato estremamente sgarbato. E Petros Athanasulis era tutto meno che sgarbato, malgrado lo spirito mordace e la sua ironia spietata, che lo avevano reso famoso come giornalista e commentatore televisivo, era a suo modo un gentiluomo di altri tempi: attento alla forma come alla sostanza. Raramente alzava la voce, una voce che durante il servizio militare era stata allenata a farsi sentire sopra qualsiasi fracasso. Scriveva allo stesso modo con cui parlava, garbato, educato, gentile, ma era la sostanza che marchiava a fuoco in maniera indele

Quello che ci aspetta a casa

 Un breve racconto di fantascienza che potete trovare pubblicato nella raccolta Avventure Fantasy della Rudis Edizioni  QUI  su Amazon e nella  principali librerie Online e fisiche ------------------------------------------------- I tamburi rullano e la folla urla la sua gioia. Sono i suoni della vittoria e del trionfo, il suono più bello del mondo. No, il secondo, rifletto: il più bello è la voce della mia diletta. Alzo lo sguardo dalla schiena dei compagni di fronte a me. Il cielo è chiaro e luminoso, il sole caldo, gli edifici della città sono adornati con stoffe colorate, che ondeggiano nella brezza. Vedo i volti entusiasti affacciati alle finestre, se girassi la testa, cosa che non posso fare, sia perché ingombrato dall’elmo e dall’armatura, sia perché non voglio rompere, anche solo per un attimo, la perfetta simmetria delle nostre gloriose schiere in parata, vedrei anche la folla assiepata lungo i bordi della via trionfale, tra le colonne ricche di trofei antichi e recenti. Siamo

Ricordi

 Oggi ho pensato ad Alvaro, non ricordo nemmeno il suo cognome, se lo ho mai saputo, malgrado l’importanza che ha rivestito nella mia vita. Era il proprietario della cartolibreria dietro casa mia, all’angolo, dove adesso c’è il ferramenta. Lì dentro, da bambino e da ragazzo ho scoperto la lettura e i libri. Ci passavo le ore, il pomeriggio, una volta liberato dai compiti. Frugavo tra gli scaffali, mi studiavo i nuovi arrivi, occasionalmente lo aiutavo, chiacchieravamo e parlavamo tanto, di libri. Alle nostre discussioni. si univa, ogni tanto, la professoressa Q., che abitava nell’appartamento a piano terra del mio condominio, quello con il giardinetto. Una casa non piena, ma addirittura coperta, tappezzata, di libri. Scaffali e librerie in ogni angolo libero. Quanti  ne ho letti. Quanti me ne ha prestati. Qualcuno me l’ha lasciato come quell’enorme mattone dalle pagine sgualcite e usurate di Hans Kung. Fu una fatica… ero alle medie. Alvaro ha chiuso la cartolibreria da anni, ha vendut

Sabbie Arabe

 Oggi parliamo dell'Arabia Saudita, ma non quella dei grattacieli della Mecca o dei progetti di futuristiche città utopiche, parliamo delle sue origini che affondano nella sabbia del deserto come un romanzo di avventure esotiche.  Se il Regno di Arabia Saudita è stato ufficialmente fondato solo nel 1932, le sue origini hanno radici ben più antiche, una storia decisamente affascinante, quasi da romanzo di avventura. Il nucleo storico dell’Arabia Saudita è la regione del Najd, il centro desertico della penisola araba, una regione, diciamocelo francamente, talmente povera e marginale da essere sostanzialmente ignorata da tutte le potenze che si sono succedute nel Medio Oriente fin di tempi antichi: era lasciata al dominio dei vari piccoli capi locali delle oasi e alle tribù beduine, uno stile di vita rimasto immutato realmente per millenni. La nostra storia comincia a metà del 1700 nell’oasi di Dariya nel Najd centrale, dominata dal clan, di origine beduina, degli Al Saud, con l’arriv