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Epopea FantaStorica italiana

 
Dopo tanta politica, smetto per un po' di flaianeggiare (copyright Angela De Vito) e torno alle cose serie, ai libri. Quindi per i i quattro gatti che aspettavano con ansia, ecco una recensione di una bella serie di libri.


Un’epoca che attrae inevitabilmente le fantasie ucroniche italiane è ovviamente quella del ventennio fascista. È stata in fin dei conti uno dei pochi periodi della storia italiana in cui ci siamo illusi di essere una “potenza” e c’è quindi da aspettarsi che sia oggetto di attenzioni, ma è anche ovviamente un periodo da trattare con le dovute cautele. Troppo facile cadere nella rievocazione nostalgica o partire in parabole al di là del credibile (e scusate se mi vengono in mente i lavori di Farneti), ma c’è un autore che, ho scoperto, è riuscito a trattare il periodo con il giusto tocco e il giusto equilibrio. Un autore a prima vista improbabile: Enrico Brizzi


Sì Enrico Brizzi, proprio quello di “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, ha scritto non un romanzo ucronico, ma ben tre! L’”Epopea fantastorica italiana” composta da “La Nostra Guerra”, “Lorenzo Pellegrini e le donne” e “L'inattesa piega degli eventi”, dove traccia, attraverso 20 anni di vita del protagonista la storia alternativa di un Italia rimasta fascista e uscita vittoriosa dalla II Guerra Mondiale.

Il POD è un grande classico delle Ucronie “fasciste”: nel 1935, Gran Bretagna e Francia sono più tolleranti verso le ambizioni coloniali italiane, sacrificando l’Abissinia pur di non spingere Mussolini nelle braccia di Hitler. Questo significa un Italia neutrale se non ostile alla Germania. Germania che per prevenire un eventuale pugnalata alle spalle preferisce colpire per prima, attaccando l’Italia.

Questa è l’ambientazione de “La Nostra Guerra”, che racconta la vita di Lorenzo Pellegrini, ancora ragazzino, sfollato con i genitori in Toscana dopo che la Wehrmacht ha travolto il Nord Italia ed è stata faticosamente fermata sugli appennini dagli Italiani aiutati dal corpo di spedizione Anglo Americano (tra le foto trovate una fantastica cartina con l’Ordine di Battaglia del fronte italiano nel 1943/44, una delizia ucronica).


L’abilità del Brizzi sta nel calarsi nella visione del mondo del protagonista e guidare il lettore tramite questa. “La Nostra Guerra” potrebbe sembrare decisamente una di quelle ucronie nostalgiche di cui parlavo all’inizio: tutto è rappresentato in tinte rosee e nazionaliste, tutti sono sicuri del certo futuro progressivo della patria fascista guidata dal beneamato Duce degli Italiani. Ma quale mai dovrebbe essere il punto di vista di Lorenzo, un balilla pre-adolescente cresciuto con la propaganda del MinCulPop?

Nel seguente romanzo “Lorenzo Pellegrini e le donne”, il protagonista è ormai un giovane uomo, la guerra è vinta e il progressivo futuro è ben avviato: L’Italia ha avuto un ricco bottino coloniale ed è alla testa di un gruppo di nazioni di ideologia fascista e gode della ricchezza del petrolio libico. 

Il romanzo si alterna tra le picaresche avventure della nazionale di calcio in viaggio verso il Brasile per la coppa Rimet del 1950 e la vita spensierata di Lorenzo, impegnatissimo (come allude il titolo) a correre dietro alle gonnelle e ad avviarsi nella carriera di giornalista sportivo. La bella vita di Lorenzo ha però una interruzione scontata, il servizio militare. Lo passerà di stanza a Ponte sull’Eno, il nuovo italico nome di Innsbruck, una delle provincie ottenute alla fine della guerra. Anche qui riuscirà trovar donne, ovviamente, ma non la bella vita di una naia noiosa. Con gli occhi di Lorenzo vediamo le sanguinose operazioni di controguerriglia contro i “terroristi” germanofoni, i pattugliamenti e gli effetti della più classica delle strategie anti guerriglia: togliere acqua ai pesci. Le ricollocazioni forzate delle popolazioni politicamente inaffidabile… ovvero la loro deportazione di donne e bambini in Etiopia. È la prima breccia nella narrativa della Italia felice e vincitrice.

Il terzo romanzo “L'inattesa piega degli eventi” è cronologicamente il primo ad essere stato scritto ed è una ucronia “calcistica”. La brillante carriera di cronista sportivo è stata interrotta dal più classico degli errori, l’essersi portato a letto la donna sbagliata, è gli è stata offerta l’irrinunciabile opportunità professionale di seguire il massimo campionato di calcio… della Repubblica Associata di Africa Orientale.

Il Lorenzo che sbarca a Massaua e che poi viaggerà in lungo e largo da Asmara ad Addis Abeba a Mogadiscio, non è più un ragazzino e un uomo ormai fatto e con poche illusioni. Il regime viene visto nel pieno della sua decadenza, un enorme mostro impagliato e polveroso, pronto a disintegrarsi.

L’ex Impero ora “Repubblica Associata” formalmente indipendente, ma controllata da una minoranza di coloni bianchi, il razzismo, la repressione visibili in ogni angolo. Un pentolone in ebollizione pronto ad esplodere.

Lorenzo seguirà l’unica squadra mista quella del Dire Daua fino alla vittoria nel campionato locale e poi nella loro trasferta italiana che li porterà a giocare la finalissima della Coppa delle Repubbliche contro l’invitta Juventus. Ma poi improvvisamente tutto cambia….

Ma chi vincerà e quale sarà il destino dell’Impero Italiano, dovrete scoprirlo da soli. 

Una serie di libri piacevolissime che consiglio senza remore impreziosita da raffigurazioni di pregevoli cartine, e soprattutto, di deliziosi francobolli ucronici… dai “4” grandi di Yalta, alla celebrazione della vittoria Anglo-italiana in Africa Settentrionale coi faccioni di Montgomery e Italo Balbo. 









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