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Visualizzazione dei post da maggio, 2021

Altri gatti famosi

  Un paio di mesi fa scrissi un breve articolo su Unsinkable Sam il gatto della Bismarck ( qui ) e ho ricevuto parecchie richieste di informazione su altri gatti “navali”. Visto che oggi 24 maggio cade l’anniversario proprio del drammatico scontro tra la Bismarck e la HMS Hood e la HMS Price of Wales penso di far cosa gradita aggiungendo qualche riga sui gatti di bordo queste ultime due navi. Iniziamo da Blackie il gatto di bordo della Prince of Wales che sopravvisse allo scontro con la Bismarck, accanto alla più sfortunata Hood, ma che poi l’anno successivo venne affondata dai siluranti giapponesi nel Mar della Cina, nel dicembre 1941. Voglio rassicurare tutti Blackie si salvò dall’affondamento e trovò rifugio con i marinai sopravvissuti a Singapore. Purtroppo, però, a febbraio dell’anno successivo la stessa Singapore cadde in mano giapponese, nella confusione dell’evacuazione del personale navale, Blackie che si allontanava abitualmente dagli acquartieramenti non venne ritrovato e

Asa Batimont di Accara

  Chi non conosce Asa Batimont di Accara? La Santa, la madre di Tarimannel il primo Autarca, la concubina di Marajael il conquistatore. Se siete originari dell’Efalia è di sicuro una figura familiare fin dall’infanzia. Nella camera da letto di vostra nonna c’era di certo una sua icona. Poteva rappresentarla come una bellissima giovane vergine dai lunghi capelli color della fiamma, o come una monaca di mezz’età il capo rasato e la tunica di lana grezza, oppure poteva essere una rappresentazione più o meno cruenta del suo martirio, ma comunque era lì accanto al lettone in metallo. Di lei avete sicuramente letto qualche romanzo che la vede protagonista, o visto qualche film o telefilm ispirato alla sua vita. In qualunque caso, anche se aveste tentato di evitarla non ci sareste riusciti: durante gli anni scolastici vi avranno portato in gita a visitare il suo Mausoleo ad Antrah, e poi avrete passato lunghe giornate a studiare “Le quattro vite di Asa Batimont di Accara” del Mauri ȥ i,

1938 La distruzione di Parigi

 Negli anni ’80 la Frassinelli tentò di lanciare una collana di libri di Ucronia, si intitolava “Il Naso di Cleopatra”. Non andò oltre i primi due volumi, ma ci ha lasciato un piccolo capolavoro, il libro di cui voglio parlare oggi: “1938, la distruzione di Parigi” di Paul Menard. È un volumetto snello, di poco più di 100 pagine, con la copertina rigida. Il Paul Menard indicato come autore non è certo il pilota di auto da corsa, ma l’introduzione lascia intendere sia uno pseudonimo dietro cui si nasconde uno storico. Il libro è scritto non in forma di romanzo, ma direttamente come uno scorrevole libro di storia dedicato alla divulgazione. Il linguaggio è curato e molto elegante, e con una ben dosata punta di ironia, il libro è arricchito da una serie di finte tavole d’epoca tratte dalla Tribune du Dimanche che accompagnano la narrazione. Chicca conclusiva la ucronica bibliografia finale, doverosa in un saggio di storia, libri che non esisteranno mai e che adorerei poter leggere. Il pun

Le Bureau e Deutchland 83

  Approfittando del fatto che un caso di spionaggio è salito alla ribalta nazionale ho letto in giro parecchie recensioni sui film o sui romanzi di spionaggio, ma non ne ho trovata nessuna sulle serie TV e oggi vediamo di rimediare con queste righe. Sarò breve, tanto sono poche quelle, che a mio parere meritano di essere viste, in particolare voglio indicarne due, entrambe europee. La prima è Deutchland 83, una miniserie tedesca del 2005. Racconta infiltrazione di una talpa della HVA (i servizi della Germania Democratica) nell'esercito della Repubblica Federale e nel comando NATO, sullo sfondo dell'esercitazione Able Archer, un fatto storico poco conosciuto al grande pubblico, ma che è stato uno dei momenti in cu siamo stati più vicini a scatenare una vera guerra nucleare. Serie ben fatta, con un protagonista che suscita la giusta empatia, non essendo un superuomo indistruttibile e pronto a tutto, ma un essere umano, un ragazzo in realtà, normale e fallibile che tenta di fare i

Elon Musk: bluff o rivoluzione?

  Da alcuni giorni si è tornati, con insistenza, a parlare di Elon Musk. Nella nostra provincialissima Italia, lo spunto è stato il disperato bisogno di Gramellini di trovare qualcosa per riempire il suo trafiletto quotidiano, costi quel che costi, con virile sprezzo del ridicolo. C’è poco da dire su quelle righe, definire Elon Musk “fanfarone” lascia aperte due possibilità: non conoscere il significato della parola (cito la Treccani: “Chi si vanta di aver compiuto o di poter compiere grandi imprese di cui non è realmente capace; spaccone, millantatore, smargiasso.”) o oppure si è dimenticato di andare a chiedere l’opinione dei 4 astronauti che sono appena rientrati dalla stazione spaziale internazionale con una delle capsule Dragon riutilizzabile della SpaceX, oppure potrebbe andare a vedere i 12 lanci di Falcon 9 solo nei primi 4 mesi 2021, o contare le milioni di transazione giornaliere svolte su PayPal. Percui fermiamoci qui, stendiamo un velo pietoso su Gramellini il cui scopo