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Tomiris, La Principessa Guerriera

 

Qui la versione inglese

Questo weekend mi sono visto, Tomiris Principessa Guerriera un colossal storico kazako!

Ebbene, sì anche i kazaki filmano colossal e, forse vi sorprende persino di più, hanno tirato fuori un film niente male.

Il film tratta la storia, appunto, di Tomiris la regina dei Messagete un popolo nomade che dominava le steppe dell’attuale Kazakistan nel lontano VI secolo avanti Cristo.

Non vi starò a parlare di fedeltà o meno ai fatti “reali”, lasciamo stare, il film è liberamente ispirato alle Storie di Erodoto che lo sappiamo si ispirava lui stesso molto liberamente ai racconti che raccoglieva… percui forse c’è qualcosa di vero sul fondo, ma non è detto.

Volendo sicuro si potrebbero contestare chissà quanti particolari e un esperto mi confermerebbe il sospetto che gli archi compositi che appaiono sono di una tipologia molto più tarda, ma lasciamo stare e per questa volta e godiamocela la storia, se non altro, ed è già molto, non si vedono staffe nelle riprese a cavallo e la tattiche di guerra impiegate dalla nostra Tomiris sono realistiche e verosimili (tipo fingere la ritirata dalla cavalleria leggera per attirare i nemici all’inseguimento e portarli in un agguato).

Né i personaggi né i dialoghi hanno profondità shakespiriana, ma per un film di pura avventura vanno più che bene. Esagerate anche alcune scene di combattimento fin troppo coreografate con salti, giravolte e doppie spade, ma a parziale redenzione lo stesso regista sembra rendersene conto di quanto siano eccessive e in una scena di delizioso humour nero spinge sull’acceleratore dell'esagerazione, mostrando la nostra protagonista, nel folto della mischia della battaglia, impegnata flirtare con un baldo giovanotto che la segue passo passo massacrando a destra e manca i nemici, vantandosi della sua forza e tentando di fare, nel contempo, battute spiritose, per farsi notare e provare a impressionarla. Ci riesce e dopo l’ennesima truculenta uccisione in cooperazione lui si propone e lei l’accetta, e l’amore trionfa tra uno squartamento e una decapitazione. Viva l’amore anche nelle steppe dell’Asia Centrale.

Da apprezzare la totale mancanza di political correctness, il Kazakistan è  lontano da Hollywood, per una volta ci evitiamo personaggi di colore sparsi senza logica e buon senso storico e soprattutto la Tomiris filmica non si vergogna di essere quello che era storicamente: quando i suoi avversari sostengono che vivere in pace e commerciare potrebbe fruttare di più, rivendica con orgoglio che il suo popolo ha sempre vissuto di rapina, saccheggi e incursioni, che è questo che li fa valorosi e non vede la ragione di cambiare.

Unica concessione a una possibile sensibilità moderna, per capire di cosa stiamo parlando, è uno sguardo lievemente pensieroso mentre osserva un bambino che piange disperato accanto ai cadaveri dei genitori in un villaggio nemico appena dato alle fiamme.

In verità, in una scena si oppone pure a dei sacrifici umani, ma per motivazioni che non piacerebbero a un sostenitore della giustizia sociale: gli uomini possono combattere e le donne vanno risparmiate perché i loro ventri possono generare molti guerrieri, parole sue. Regina Guerriera, ma tradizionalista.

Il film ha però sollevato alcune interessanti polemiche internazionali, legate proprio all’etnia degli attori. Il film è Kazako, pensato per il pubblico Kazako con attori kazaki, ma come giustamente ha protestato il governo iraniano, Tomiris e suoi Messageti erano un popolo indoeuropeo che parlava una lingua iranica, di certo non turchi come Kazaki. Polemica che ci ricorda quanto sia importante la storia, o la sua distorsione, nella concezione delle identità nazionali.

Ultima nota da sottolineare è che si tratta di un film su un personaggio femminile, forte e indipendente, sviluppato in un paese a maggioranza islamica! Secondo, molti, malpensanti, osservatori il film è parte di una più ampia strategia dell’uomo forte del Kazakistan Nūrsūltan Äbışūly Nazarbaev, di preparare la successione al potere di sua figlia Dariga, mostrando all’amato popolo (che alle ultime elezioni lo elesse, molto liberamente, con un netto 97,5% dei voti) che le donne possono fare dei governanti forti e capaci. Buona fortuna ai Kazaki.

Il film, se vi ho interessato con queste righe, lo trovate su Prime Video.

Se invece volete sapere di più dei popoli nomadi dell’Asia Centrale vi consiglio il fantastico Osprey Elite 120 Mounted Archers of the Steppe 600 BC–AD 1300 di Antony Karasulas e con le fantastiche illustrazioni di Angus McBride.

Per approfondire l’influenza storica del mito dei popoli della steppa vi lascio a due serie di articoli di Bret Devereaux, “Fremen Mirage” e "That Dothraki Horde", meritano, li trovate sul suo blog


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