Approfittando del fatto che un caso di spionaggio è salito alla ribalta nazionale ho letto in giro parecchie recensioni sui film o sui romanzi di spionaggio, ma non ne ho trovata nessuna sulle serie TV e oggi vediamo di rimediare con queste righe.
Sarò breve, tanto sono poche quelle, che a mio parere meritano di essere viste, in particolare voglio indicarne due, entrambe europee.
La prima è Deutchland 83, una miniserie tedesca del 2005.Racconta infiltrazione di una talpa della HVA (i servizi della Germania Democratica) nell'esercito della Repubblica Federale e nel comando NATO, sullo sfondo dell'esercitazione Able Archer, un fatto storico poco conosciuto al grande pubblico, ma che è stato uno dei momenti in cu siamo stati più vicini a scatenare una vera guerra nucleare.
Serie ben fatta, con un protagonista che suscita la giusta empatia, non essendo un superuomo indistruttibile e pronto a tutto, ma un essere umano, un ragazzo in realtà, normale e fallibile che tenta di fare il suo meglio.
È piacevole il suo crudo realismo: tutti sbagliano, le pallottole uccidono, e quando tiri fuori un’arma è perché sta già andando tutto a puttane e hai fallito la missione. E uccidere un essere umano ti lascia il segno, perché non sei in un film. Belli i toni grigiastri della fotografia, un mondo dove non c'è luce né colore.
Non vi dico di più, vale la pena di vedere le otto puntate da 50 minuti. Si potrebbe persino imparare qualcosa della storia recente.
Alla serie sono seguiti due sequel deutchland 86 e deutchland 89: molto, molto inferiori.
Ci porta all'interno dell'ufficio agenti sotto copertura della DSGE, i servizi francesi, a seguire il ritorno in patria di uno dei loro migliori agenti, dopo una lunga missione in Siria: Guillaume Debailly, alias Paul Lefebvre, alias Malotrou, alias "Pain in the ass".
L'azione è scatenata, dall’eterno problema, il più banale, dalla sua incapacità di dimenticare una donna di cui si è innamorato in missione.
La incontrerà di nuovo e l'amore trionferà su tutto, provocando ovviamente disastri, morte e dolore.
La storia ci porterà dalla Francia alla Siria occupato Califfato Islamico, dall'Algeria alla Russia, dalla Turchia alla Cambogia.
Un mondo di segreti, di inganni e di travestimenti da cui sarà impossibile uscire indenni. In cui diventa impossibile capire chi è il buono e chi è il cattivo, dov’è la giustizia e dov’è la malvagità. Cosa è vero e cosa e falso o se questa distinzione ha senso.
Anche le Bureau si salva dalle esagerazioni delle serie americane, le esplosioni e le sparatorie sono poche, la tensione è psicologica, i risultati si raggiungono manipolando, a volte spietatamente, la gente che ti circonda. Non servono super eroi e doti atletiche (al massimo come spiega un addestratore può essere utile saper incassare se viene picchiato o interrogato), servono freddezza, cinismo, empatia e la capacità di cogliere l’occasioni.
Il ricordarsi soprattutto che quando sei in missione, non sei circondato da persone, ma da strumenti. Da usare.
I personaggi e i comprimari sono tutti ben disegnati, con le loro debolezze e i loro punti di forza, e, sia che risultino simpatici o antipatici, non lasciano mai indifferenti, come Rocambole, uno degli agenti addestrati proprio dal protagonista, che con la sua espressione perennemente meravigliate, gli occhioni da cerbiatta e un odioso atteggiamento da gattamorta è più letale di qualsiasi pistola mai impugnata da Tom Cruise.Ci sono ben 5 serie (la prima in italiano la trovate pure su Prime Video), tutte di buon livello e tutte, azione benemerita, autoconclusive, non cedono mai alla tentazione del jumping the shark e non hanno nessuno malvagio cliffhanger per costringere a vedere quella successiva, ma vi assicuro che vale la pena.
Ah, qui vi lascio con uno spoiler. Ovviamente, non c’è lieto fine, come potrebbe?
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