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Ucraina 123° giorno

Il mio ultimo report sulla situazione Ucraina risale a più di un mesefa , subito dopo la conquista di Mariupol. Non ho scritto altro per la ragione che c’era veramente poco di nuovo sulla situazione, poi al solito uno accende la televisione o legge un “giornale” e scopre che c’è assoluto bisogno di fare un po’ di chiarezza e quindi eccoci qui.


Situazione Militare

La situazione, malgrado quello che si sente in televisione rimane di sostanziale stallo. Con un aprogressiva riduzione delle ambizioni degli attacchi russi. (Cartina allegata).



Stiamo assistendo a una guerra di posizione e di attrito. Le avanzate sbandierate per motivi propagandistici, da ambo le parti, sono minime: a parte Severodonetsk le “città” conquistate sono spesso solo cittadine di poche migliaia di anime o addirittura villaggi, che di solito passano di mano dopo essere state totalmente rase al suolo.

Nella seconda cartina allegata potete vedere gli spostamenti di fronte nell’ultimo mese (in giallo quelli a favore degli ucraini in viola i russi). In pratica dalla ritirata da Kiev, quasi 80 giorni fa, nel Donbass i russi sono avanzati nel punto di maggior penetrazione di circa 30Km, parliamo di un 300/400 metri (metri) al giorno, roba da I guerra mondiale, i ritmi ucraini sul fronte sud sono circa equivalenti.



La cosa importante da capire in un simile scenario sono i ritmi di attrito dei due contendenti e di quante riserve siano disponibili e quante se ne riescono a ricostituire. Informazione ovviamente impossibile da reperire.

Voci sostengono che i Russi abbiano ancora molte riserve di materiali e almeno 10/12 mila uomini di riserva, altre opposte sostengono che al momento gli ucraini abbiano addirittura più carri armati e cannoni di quanti ne avessero a inizio guerra (tra fornitore occidentali e mezzi russi catturati) e abbiano addestrato ed equipaggiato 30/35 mila uomini freschi.

A parte le contrapposte propagande, di certo possiamo dire solo che:

1- Russi continuano a usare l’artiglieria in quantità, per cui sembrerebbe non considerino le munizioni un problema (al contrario degli Ucraini)

2- Il Generale Dvornikov che ad aprile era stato messo al comando dell’intero fronte ucraino è stato rimosso, segno abbastanza certo che gli obiettivi prefissati NON sono stati raggiunti.

3- Di solito, secondo la dottrina militare, le forze attaccanti subiscono perdite maggiori dei difensori.

4- Entrambi le parti sembrano convinte di poter ancora ottenere delle vittorie militari, se non significative strategicamente, almeno utili propagandisticamente: i Russi puntano al Donbass Gli Ucraini al fronte Sud. 


Situazione Economica

Il St. Petersburg International Economic Forum ha chiaramente dimostrato come la situazione dell’economia russa sollevi molti dubbi anche tra le alte sfere russe.

Il CEO della SBER-Bank ha dichiarato apertamente che le sanzioni stanno provocando un danno che l’economia russa avrà bisogno di 10 anni per recuperare.

Dall’altro lato, invece i Cinesi dopo aver tentennato per più di un mese hanno iniziato ad imitare gli Indiani facendo incetta di petrolio russo comprato al 30/40% di sconto. Questo aiuta di sicuro i conti russi, ma aumenta anche l’offerta globale diminuendo i prezzi pure per Europa e USA.

Sul gas, finita senza né vinti né vincitori chiari la battaglia propagandistica dei pagamenti in rubli, GazProm ha tagliato nuovamente le forniture all’Europa, seguendo un copione già sperimentato altre volte per creare tensione e avere l’attenzione dei media. Interessante in questo caso la scusa ufficiale: problemi tecnici legati a problemi di manutenzione dovuti alle sanzioni, sanzioni, che vi ricordo, secondo le dichiarazioni ufficiali del Cremlino NON hanno effetti pratici sull’economia e sull’industria russa, ma sappiamo che la propaganda russa è capace di dire i tutto e il contrario di tutto nella stessa frase e soprattutto in occidente c’è chi è disposto a crederci.

Lato negativo: al momento le riserve europee di gas non sono sufficienti ad arrivare all’estate 2023 se ci fosse un immediato e totale blocco delle forniture russe.

Lato positivo: ogni giorno in più che passa, tra riserve in aumento e nuove linee di rifornimento che stanno venendo aperte diminuisce di un altro po’ la forza di ricatto russa.

La Russia rischia per l’ennesima volta il default tecnico sui pagamenti dei Bond sempre che non decida anche questa volta di onorarli in extremis prelevando dollari e euro dalle riserve che ancora controlla fuori dai paesi occidentali.

Continua anche la battaglia del grano, con Putin seriamente intenzionato a usare una carestia globale per indebolire la risolutezza dei paesi occidentali. Ha già provato a più volte a vendere grano proveniente dalle zone saccheggiate dell’Ucraina in medio oriente, ma finora le sue offerte sono state rifiutate (ad esempio dall’Egitto). Anche in questo caso uno dei principali vincitori potrebbe essere la Cina, che aveva accumulato, stranamente, scorte sovrabbondanti e adesso potrebbe usarle anche lei come strumento di pressione politica.


Situazione Diplomatica

Ci sono stati 4 avvenimenti importanti nell’ultimo mese:

Il primo è l’accettazione della candidatura UE di Ucraina e Moldavia. Si tratta di un messaggio al momento con poche ripercussioni pratiche, ma testimonia l’ulteriore fallimento russo di intimidire l’Europa Occidentale o di sabotarne le decisioni. 

Il secondo è il “blocco” lituano di Kaliningrad. Dopo le prime sfuriate e le magniloquenti minacce Putin ha dovuto accettare il fatto compiuto. Esattamente lo stesso copione già visto con l’adesione di Svezia e Finlandia alla NATO o la fornitura di artiglieria moderna all’Ucraina.

Il terzo punto, forse il peggiore per Putin è stata la riunione della CSTO, l’alleanza militare capeggiata dalla Russia, non solo si è conclusa senza un nulla di fatto pratica, ma anzi l’unico capo di stato presente, il presidente del Kazakhistan Tokaev, durante la conferenza stampa congiunta con lo stesso Putin ha ribadito che il suo paese non fornirà supporto militare e non riconosce né le repubbliche separatiste, né l’annessione della Crimea.

La totale mancanza di sfumature, anzi la totale mancanza di qualsiasi “diplomazia” in queste dichiarazioni (e la totale mancanza di reazione dei Russi) hanno sollevato molte perplessità negli analisti.

L’opinione comune è che Tokaev che è un diplomatico molto esperto e soprattutto è noto per parlare un ottimo cinese e avere numerosi contatti diretti con Pechino, abbia in verità fatto questo exploit per convenire due rudi messaggi di Pechino:

1- Che il Kazakhistan ha cambiato sfera di influenza.

2- Che Xi è piuttosto scocciato della tensione provocata dal suo insipiente alleato

Unico punto segnato da Putin è stata la sua partecipazione alla conferenza dei BRICS, dove ha anche intascato un discorso molto anti americano e anti occidentale del premier cinese Xi.

Significativamente però le conclusioni finali condivise continuano a ribadire l’inviolabilità dei confini (Nessuno dei partecipanti, Cina, India Sud Africa e Brasile, ha mai riconosciuto l’annessione della Crimea e le repubbliche separatiste) e, circa l’Ucraina, dopo aver parlato come dà prassi la solità necessità della fine delle operazioni belliche e trattative pacifiche, ribadiscono, parole importanti queste, le posizioni espresse in sede ONU (ovvero l’esplicita condanna brasiliana e l’astensione degli altri).

In altre parole, molti paesi hanno ben poca simpatia per le posizioni americane ed europee e trovano che un po’ di caos possa favorire le loro ambizioni, ma anche in questo caso nessuno sembra disposto a schierarsi con i Russi.

Vedremo come andrà il G20.


Come finirà?

Magari saperlo, magari poter dire finirà presto. Onestamente non credo.

Come dicevo, a parte le chiacchiere in diplomatichese, sia i Russi sia gli Ucraini pensano di poter ancora avere delle carte militari da giocarsi sul campo e fino a che saranno convinti di questo nessuno dei due si siederà a un tavolino seriamente.

Ritengo che però i Russi abbiano un vantaggio temporale. Sempre che Putin non sia realmente privo di contatto con realtà, molto presto dovrà ammettere che la sua azione militare ha raggiunto il massimo obiettivo possibile (la “culminazione” se volete fingervi esperti di cose militari) ed è venuto il momento di fermarsi e consolidare quanto conquistato finora impedendo un contrattacco ucraino.

Come ho già scritto, quando questo avverrà, avremo un improvviso cambio di narrativa da parte dei Russi: niente più occidente da de nazificare o nuclearizzare, niente più operazioni speciali e sfilate di mezzi corazzati, la Russia diventerà improvvisamente gandhiana, chiedendo solo pace e trattative diplomatiche.

Lo scopo chiaro sarà di inquadrare eventuali contrattacchi ucraini come tentativi guerrafondai di fomentare il conflitto “attaccando” “pacifiche” truppe russe che non hanno intenzioni “ostili”, un ennesimo rovesciamento della realtà, per arrivare a convincere le opinioni pubbliche europee ad abbandonare l’appoggio all’Ucraina e costringerli a sedersi al tavolo alle condizioni dettate dal Cremlino: congelare il fronte mentre recuperano le forze per un altro round.

Visto come sono riusciti già convincere molti mentre ancora bombardavano Kyiv e massacravano civili innocenti, c’è il grosso pericolo che possano avere successo. 

Ormai solo pochi idioti possono continuare a pensare che l’obbiettivo russo fosse il Donbass o la sicurezza della Crimea. L’obbiettivo russo era ricostituire uno spazio imperiale a spese dei suoi vicini e modificare l’ordine internazionale a suo favore. Entrambi gli obiettivi sono al momento falliti, la conquista di qualche mucchio di rovine in Ucraina orientale potrà essere fatto passare dalla propaganda come una vittoria, ma non è quello che Putin voleva.

Questo significa che dal suo che dal punto di vista non avremo una “pace”, ma solo una tregua in attesa della prossima puntata. A questo servono le sanzioni, non a far “finire” questa guerra, ma ad impedire ai Russi di recuperare le forze per scatenarne un'altra.

Questo è solo il primo capitolo.


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