Ho più volte parlato di donne che sono passate alla storia, Tomiris la regina dei Massageti, Sharbat Gula la “Ragazza Afgana”, in precedenza vi avevo raccontato di due imperatrici Romano Orientali, Eudocia e Pulcheria, oggi parliamo di un'altra Imperatrice: Teofano, moglie di Romano II, e poi di Niceforo Foca e infine amante di Giovanni I Zimisce… famosa, o famigerata, per essere una avvelenatrice decisamente più abile della nota Lucrezia Borgia.
Dichiariamo fin da principio il mio conflitto di interessi, la figura di Teofano l’ho approfondita quando alcuni mesi fa gli amici di Assobyzantion mi hanno coinvolto nell’opera di traduzione e di preparazione dell’edizione italiana di una graphic novel a lei dedicata: “Teofano” di Spyros Theocharis e Chrysa Sakel, che trovate qui: Teofano: una storia bizantina
Come mi avrete già sentito dire in parecchie occasioni, la storia, in generale, e quella bizantina in particolare, è piena di racconti affascinanti; storie più avventurose, intricate e coinvolgenti di quanto gli sceneggiatori di un film di azione, siano in grado anche solo di immaginarsi. La vita di Teofano non fa eccezione.
Per prima cosa definiamo il tempo e il luogo. Siamo a Costantinopoli, Bisanzio, la capitale dell’Impero Bizantino, o meglio dell’Impero Romano di Oriente, a quel tempo la città più grande e splendida di Europa, forse del mondo, solo la Baghdad dei califfi Abbasidi poteva paragonarsi a lei. Il tempo è il X secolo Dopo Cristo, nel pieno del periodo più cupo di quello che in Europa è il medioevo, ma che per i Romani di Oriente è un secolo di splendore, di rinascita, di vittorie militari e di espansione dell’Impero.
Teofano non nasce in una famiglia nobile e potente, i cronisti riportano che in origine si chiamava Anastasia ed era la figlia di un locandiere (o di un mercante di vini) originario del Peloponneso. Vi devo avvertire, i cronisti bizantini non la sopportano a Teofano, era una plebea, era una intrusa a corte, se ne possono sparlare lo fanno volentieri e in abbondanza, ma devono tutti ammettere almeno una cosa: era bellissima.
Non ci sono dubbi: bellissima, come la protagonista di una favola, e come in ogni favola che si rispetti arriva il principe.
Entra in scena Romano, il figlio primogenito ed erede al trono di Costantino VII Porfirogenito, e, completiamo la sequela di nomi imponenti, nipote di Leone VI il Saggio. Non male vero?
Di Principi che vanno a figlie di tavernieri, ballerine, lavandaie, o cantanti, ce ne sono a bizzeffe nella storia, di solito, ovviamente, se ne stancano presto, nei casi più fortunati le sistemano in una bella casetta vicino al palazzo e se le tengono come amanti, la vita reale è diversa dalle favole. Invece no, Romano di Anastasia si innamora veramente, in fin dei conti persino il grande Giustiniano si era sposato con una… una “ballerina”, diciamo, e lei, Teodora era stata una signora imperatrice, perché non lui non poteva sposare la figlia di un taverniere?
C’è da scommettere che non sia stata una scelta che fece gioire il papà imperatore, e la mamma, la nobilissima aristocratica Elena Lacapena, ma i due giovani innamorati la spuntano.
Anastasia prende il più adeguato nome di Teofano (banalmente… il nome della nonna di Romano) e nel 956, all’età di 15 anni, la figlia del locandiere si sposa, diventando la moglie dell’erede al trono Imperiale.
Adesso non voglio certo raccontarvi troppi dettagli, primo via annoierei, secondo sono nella Graphic Novel, ma per farla breve dopo qualche anno Costantino VII muore, “in circostanze misteriose” per dirla come nelle pagine di cronaca nera. Veleno? Teofano? Ovviamente per cronisti di corte la risposta è sì! In fin dei conti è la versione più stimolante, per i lettori, il clickbait non è iniziato con internet.
Così la nostra Teofano sale al trono accanto al marito. Romano II non è passato alla storia come un Imperatore capace, amava il vino, i banchetti, le battute di caccia e le feste e non si curava dei suoi doveri, questo dicono i cronisti, inoltre scacciò molti dei nobili consiglieri di suo padre, sostituendoli, con altri funzionari e comandanti. Visto che però durante il suo regno venne riconquistata Creta e il nord della Siria e che l’Impero conobbe un periodo di sicurezza e abbondanza, forse nella realtà non era così pessimo, almeno i generali sapeva sceglierli, evidentemente.
Comunque, anche qui tagliamo corto, nel 963 muore anche lui.
Circostanze misteriose? I Cronisti votano di sì.
Veleno? Ovvio.
Teofano? E chi altri se no?
L’opinione è unanime, è stato avvelenato dalla moglie. Certo a ragionarci un po’ di più le cose non tornano: perché mai Teofano avrebbe dovuto uccidere il marito scambiando la sicurezza del titolo di Imperatrice con quello di Reggente per i suoi due figli ancora bambini (Basilio e Costantino)? Per di più con una corte che la vedeva come una intrusa e un’assassina, l’aristocrazia che la disprezzava per le sue origini plebee e una sequela di generali capaci e ambiziosi che potevano aspirare a strappare il trono ai suoi figli con la forza delle armi?
Una giovane donna sola, senza alleati e un nemico mortale, Giuseppe Bringas, l’eunuco che era stato il potente primo ministro di Romano II e che adesso vedeva l’occasione di prendere il potere sostituendola nella reggenza.
Ma Teofano aveva a suo favore alcuni punti importanti, era la madre del legittimo imperatore, aveva solo ventidue anni ed era sempre bellissima.
Puntualmente il primo ambizioso si fece avanti e quando l’esercito dell’Oriente proclamò Imperatore il suo comandante, Niceforo Foca il conquistatore di Creta e della Siria, Teofano gli fece una di quelle proposte che non si potevano rifiutare: la sua mano e la legittimazione a Imperatore. In cambio, visto che lui non aveva figli, gli chiedeva solo di prendere come eredi i due principi Basilio e Costantino. Vi ricordate che aveva ventidue anni ed era bellissima, vero?
Unico intoppo a questo bel piano: Niceforo e il suo esercito erano sulla frontiera orientale, mentre lei era rinchiusa nel palazzo imperiale prigioniera di Giuseppe Bringas, dietro la mura di Costantinopoli, le più potenti fortificazioni mai costruite.
Come Niceforo riuscì a entrare a Costantinopoli, liberarla, sposarla e prendere il potere è da solo un romanzo con una trama da far morire di invidia Ken Follett e Clive Cussler e non ve lo sto a spoilerare adesso, se no la Graphic Novel che l’abbiamo tradotta a fare?
Comunque ci riuscì, per farla breve, e salì sul trono imperiale, con al fianco Teofano, inossidabile come un politico italiano, sempre lì sulla sua poltrona malgrado i cambi di maggioranza, inamovibile.
Niceforo II Foca è un personaggio che si è ampiamente meritato tutti i libri che sono stati scritti su di lui, membro di una importante famiglia aristocratica, aveva seguito la carriera militare come suo padre e suo nonno e si era dimostrato uno dei più capaci generali che Bisanzio abbia mai avuto nella sua storia.
Aveva riconquistato per l’Impero, Creta, Cipro, la Cilicia, il nord della Mesopotamia e della Siria. Conquistando Aleppo aveva riportato a Costantinopoli un bottino di 390.000 dinari di argento e 2.000 cammelli.
Per le sue vittorie si era meritato il soprannome di “La Pallida Morte dei Saraceni”.
Per quanto fosse un generale capace, non fu in grado di farsi degli alleati a corte e soprattutto le sue campagne militari per quanto gloriose e vittoriose erano un tale costo da costringerlo ad aumentare le tasse e svalutare la moneta. Tasse e svalutazione non sono mai una buona ricetta per essere dei governati popolari, allora come oggi.
Altro punto debole furono i rapporti con la sua bella e giovane moglie che, a quanto pare, per consolarsi del disinteresse del marito si prese come amante Giovanni Zimisce, uno dei nipoti di Niceforo e a sua volta un capace generale.
Fu pura gelosia? Fu paura di avere un rivale per il trono? Non lo sappiamo, ma a un certo punto Niceforo, sempre più isolato decise di esiliare il nipote. Questo forse spaventò i due amanti e li convinse ad agire.
Teofano stessa fece entrare negli appartamenti imperiali Giovanni e i suoi complici che assassinarono Niceforo.
A 28 anni Teofano era di nuovo vedova e pronta a passare ad un nuovo Imperatore.
Fu il Patriarca di Costantinopoli ad opporsi: non aveva mai amato quella plebea dalla bellezza così peccaminosa. Quella assassina aveva già sulla coscienza tre imperatori. La scelta che pose a Giovanni Zimisce era semplice: o lei o il trono.
Giovanni scelse. Chi lo sa se fu triste di dover rinunciare alla sua bella amante o se tirò un sospiro di sollievo temendo magari di diventarne la prossima vittima. Prese come eredi Basilio e Costantino, come moglie una delle figlie di Costantino VII (tirata fuori dal convento per l’occasione) ed esiliò Teofano nelle Isole dei Principi.
Giovanni I Zimisce fu un imperatore capace, sconfisse i Bulgari e i Russi di Kiev, a occidente, e, a oriente, gli Arabi in Siria conquistandone buona parte e accarezzando il sogno di rioccupare Gerusalemme.
Ma anche lui non regnò a lungo e morì dopo solo 6 anni regno, forse di tifo, forse di veleno anche lui, non era bastato esiliare Teofano, evidentemente.
Sul trono salì, finalmente, Basilio, il figlio di Romano e Teofano, ormai maggiorenne. Uno dei suoi primi atti ufficiali fu di revocare l’esilio della madre e riportarla a corte, ma di lei dopo il suo ritorno non si hanno molte notizie, non si sa neppure quando e come morì. Non rubò la scena al figlio, del resto come avrebbe potuto rubarla a quello che passerà alla storia come Basilio II Bulgaroctono, portando l’Impero Bizantino all’apice della sua gloria? O forse dopo una vita tanto avventurosa, era finalmente soddisfatta di dove era arrivata: la figlia di un taverniere salita sul trono dei Cesari, madre del più glorioso degli Imperatori.
Se volete saperne di più di Teofano, Niceforo, Giovanni e di tutti gli intrighi e le avventure che hanno reso quegli anni memorabili, potete leggervi Leone il Diacono o Giovanni Scilitze, ci sono belle edizioni critiche col testo greco a fronte…. Oppure, oppure, se volete qualcosa di appena un filo più facile e divertente potete leggervi la Graphic Novel, che abbiamo tradotto per voi, non vi deluderà.
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