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Russia e Cina gli improbabili alleati

 


Per interpretare correttamente la visita di Xi a Mosca bisogna per prima cosa capire cosa lega e divide i due paesi.

Il primo punto su cui dobbiamo focalizzarci è il comune obbiettivo dichiarato: costituire un nuovo ordine mondiale, che sostituisca quello attuale unipolare a guida americana.

Russia e Cina non vogliono solo una migliore posizione nell’ordine mondiale (e chi non la vorrebbe?), ne vogliono uno “nuovo” che, soprattutto, a differenza di quello post-guerra-fredda, sia sicuro e tollerante per i loro sistemi autocratici, per approfondire leggetevi Vittorio Parsi, un sistema che non rischi di infettare con idee democratiche e di rispetto dei diritti umani i loro regimi.

Questo obiettivo le porta ad unirsi malgrado vari evidenti punti di contrasto: il primo è la vicinanza geografica e la sovrapposizione delle loro possibili sfere di influenza (nota per i Geopolitici all’amatriciana, la prima regola che qualsiasi geopolitico serio vi spiegherebbe è: i tuoi alleati devono stare LONTANTI) e soprattutto la Russia è l’unica nazione (a parte Taiwan) ad occupare parti sostanziali del territorio che i Cinesi possono storicamente pretendere. La Russia è una potenza coloniale, malgrado da noi questo sia raramente compreso, che ha strappato e colonizzato e tutt’ora occupa terre cinesi e a Pechino hanno la memoria lunga.


La maggiore differenza tra i due alleati è però dovuta alle loro dinamiche e al momento storico che attraversano.

La Cina. malgrado problemi e ombre si addensino al suo orizzonte, ha realmente le dimensioni economiche, demografiche, tecnologiche e culturali per giocare il ruolo di superpotenza globale in maniera duratura.

Però non è ancora pronta all’eventualità di uno vero scontro: il suo apparato militare è in espansione, ma non ancora all’altezza del “rivale” americano, e la sua economia è profondamente interdipendente con l’occidente. 

Questo la dovrebbe spingerla ad avere un approccio decisamente più soft e meno apertamente aggressivo, anche per provare a separare Europei e Americani giocando sulla differenza tra i loro interessi di sicurezza nel quadrante dell’Estremo Oriente.

La Russia invece è in una situazione totalmente diversa, mi dispiace per gli adoratori Putinopitechi. La Russia è un paese in profonda decadenza da tutti i punti di vista: economico, tecnologico, demografico e anche culturale e militare. Il futuro non è amico della Russia.

Di fronte a sé aveva solo due strade: una profonda riforma interna che avrebbe significato la fine del regime e il suicidio della classe di cleptocrati che la domina o giocare la sua ultima carta, quella della potenza militare, in un disperato tentativo di mischiare il mazzo delle carte del destino.

Come abbiamo visto ci ha provato e, come abbiamo visto ,ha fallito ed adesso è in grossi guai.

La situazione per la Cina si è fatta dunque complicata.

La Cina non è pronta e non ha la convenienza ad uno scontro aperto (anche solo economico) con gli USA e l’Occidente, ma d’altra parte non può permettersi di far perdere la Russia. Sarebbe una vittorio Americana, e rafforzerebbe le regole di quell’ordine mondiale che lei vuole cambiare e il blocco occidentale.

Accanto a questi problemi però si presente l’insperata opportunità aperta dall’indebolimento russo, una Russia che, come abbiamo visto, la Cina non ha ragione di amare.

La guerra sta mostrando che la pretesa russa di essere una grande potenza è vuota e che ormai la sua sopravvivenza dipende solo dalla disponibilità cinese di sostenerla… in cambio di abbondanti e convenienti rifornimenti di materie prime e la cessione dell’area di influenza in Asia Centrale. Tutto ciò in attesa che il tempo e i differenziali economici e demografici facciano il resto del lavoro, trasformando la Russia nell’area di “Sfruttamento Settentrionale” della Cina.

A questo si aggiungono due ultime riflessioni contrastanti: la guerra può essere una utile fonte di disturbo e distrazione per l’America, ma i danni all’economia globale colpiscono pure al Cina e tagliano in maniera fatale il ramo terrestre di quella via della seta su cui Pechino aveva tanto investito.

Tutti questi obiettivi discordanti però richiedono una navigazione accurata e difficile su un percorso molto stretto e accidentato: Salvare l’aspirazione a un nuovo ordine internazionale e la Russia (ma senza farla realmente vincere), evitando nel contempo reazioni americane e occidentali.

Xi sarà in grado di fare questo? Secondo me no. Voi che ne pensate?


PS. Intanto, ad incontro concluso possiamo vedere i primi effetti. Xi ha rinnovato il suo appoggio diplomatico e politico, ma ha evitato accuratamente di fare qualsiasi esplicita promessa economica o militare, non oltrepassando la “linea rossa” tracciata dagli USA, dopo di che con una mancanza di “delicatezza” diplomatica che non può essere sottovalutata è passata subito all’incasso: Xi era appena tornato a Pechino che ha convocato a rapporto tutti gli ex vassalli russi dell’Asia Centrale, senza coinvolgere i Russi, tanto per far capire chiaramente chi è il nuovo padrone. Imperiale.


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