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Visualizzazione dei post da febbraio, 2022

Ucraina Parte seconda

  Provo a fare un punto sulla situazione Ucraina, soprattutto per chi se la cava male con l’inglese ed è limitato quindi ai media e alle informazioni nostrani, che stanno facendo un lavoro veramente tremendo (in pratica sembra siano dei puri megafoni della propaganda di guerra russa, con Kyiv che secondo loro è stata in procinto di cadere per quattro giorni consecutivi, a parte qualche servizio di colore sul coraggioso popolo ucraino che fugge disperato). Non voglio parlare dei dettagli della situazione sul campo, su quali città resistono, su quali cadano, e dove siano le varie unità e di quante siano le perdite. Siamo in piena nebbia di guerra, con gli uffici propaganda delle psyops russe e ucraine che lavorano a pieno regime. Come stanno le cose realmente nel dettaglio in tempo reale, forse lo sanno i comandanti sul campo, nemmeno gli stati maggiori dei due contendenti, forse, se hanno fortuna e sono sobri. Noi seduti dietro uno schermo ce lo possiamo scordare. Quello che voglio tent

Fedeltà

  Oggi voglio proporvi, come spesso faccio, una doppia recensione, quella del romanzo scritto da Marco Missiroli e pubblicato da Einaudi nel 2019 (vinse il Premio Strega Giovani) e la serie tv che Netflix ne ha appena tratto, andandole a confrontare e vedendo come le loro differenze rendono meglio o peggio la storia. Voglio partire in questo viaggio, da una recensione che lessi e che paradossalmente stroncava il libro, diceva qualcosa del genere, cito a memoria: “Missiroli sembra ritenere che basti scrivere bene per rendere interessante una storia banale”. Un epitaffio più che una recensione.  Non ricordo neppure l’autore, ma doveva essere qualcuno di importante e professionale, ma a mio parere sbagliava totalmente le conclusioni: scrivere bene è proprio quello che rende interessanti le storie, è scrivere male che le rende banali , proprio così. La differenza sta tutta lì. Per il resto però potrebbe essere un’ottima sintesi: Fedeltà è un romanzo che racconta bene una storia banale e la

Una Storia Semplice

  Sono un uomo, prossimo ai 50 anni. Sono al secondo matrimonio. Il primo si è esaurito per il troppo lavoro, e per i troppi viaggi di lavoro, di tutti e due. Ci siamo guardati e abbiamo capito come, dopo tanti anni, il futuro non ci riservasse più nulla in comune. Così tutto finì in una maniera curiosa, cortese e civilissima, che lasciò me e lei ottimi amici, perfetti compagni per viaggi, esotici e avventurosi, e ancora più complici di quando eravamo sposati. Tutto ciò prima che le ovvie, e comprensibilissime, perplessità dei nuovi compagni di entrambi ci spingessero a diluire i rapporti e le frequentazioni. Quasi 40enne, conobbi la mia seconda moglie. Era una coetanea dalle idee chiare e dai modi bruschi. Fu subito passione e poi amore. Ci sposammo, dopo cinque anni: c’era da far felice la suocera che aveva sempre sognato la figlia in abito bianco. Il nostro non è un matrimonio tranquillo, abbiamo caratteri forti e diversi, così come è diversa la nostra visione del mondo. Le nost

Di yacht, ponti e balle. Ovvero quello che non vi dicono.

  Ed ecco mi qui di nuovo a fare il bastian contrario e a rovinar la festa dell’indignazione popolare contro Jeff Bezos. Sono di parte, lo ammetto. Lasciate che vi spieghi. Ben venticinque anni fa, era il remoto 1997, di Amazon ne esisteva solo una la “com” americana e vendeva solo libri, di carta. Per un appassionato di fantascienza era un paradiso, si trovavano tutte le ultime uscite, quelle che in Italia avremmo aspettato anni per vedere tradotte, oppure bisognava andare a ordinare, raccomandandosi e accendendo un cero e aspettando settimane e mesi, in qualche libreria internazionale al centro. Su Amazon ordinai, se ricordo bene, “The Center cannot hold” di Turtledove ed ebbi gioia di ritrovarmelo sul comodino, tornando a casa dal lavoro, dopo pochi giorni. Rapidissimi. Aprii il pacco, assaporai quel volume e lessi la fattura e notai l’errore. Io avevo chiesto l’invio normale e invece Amazon aveva fatto quello veloce, ben 4,5 dollari di più. Diavolo. Ero un giovane neoassunt

Giochi di guerra

  Se c’è una cosa noiosa delle discussioni sull’Ucraina è che troppo spesso si trasformano in risse tra partigianerie filo russo e filo americane (e spesso in ridicola salsa amatriciana), e, purtroppo anche quando si evita questa fine si cade nell’analisi “tattica” del presente. Anche sulla stampa specializzata si fatica a trovare una analisi sensata e comprensiva di cosa sta succedendo e soprattutto il perché.  Cosa vogliono Russi e Americani? Perché senza provare a capire questo tutto il resto sono parole al vento. Come ho già avuto modo di scrivere non credo che Putin voglia realmente invadere l’Ucraina (NB il fatto che non voglia, non vuol dire che alla fine non lo farà, purtroppo, ne parliamo meglio dopo). Una guerra con l’Ucraina, la Russia può, ovviamente vincerla, ma sarebbe costosa e soprattutto presenta ben poche opzioni per vincere la pace. Le guerre non sono, almeno non dovrebbero essere, fine a sé stesse, sono un mezzo con cui si tenta di raggiungere un obiettivo, ovvero u