Alcuni giorni fa, dietro consiglio e invito di tanti amici e colleghi, ho preso in mano un piccolo capolavoro, piccolo perché si tratta in realtà di poco più di quaranta agili paginette, una interessante opera sperimentale dall’intrigante titolo di “Organizational Procedure no. 965, Tender. Version 3”.
Mi sono concesso il lusso un po’ snob di leggerlo in originale in lingua inglese senza aspettare la sua pubblicazione in italiano (sono già previste anche le traduzioni in spagnolo, rumeno, russo e portoghese, che gli daranno quella visibilità globale che l’opera merita).
Prima di parlare dei meriti letterari dell’opera in sé stessa è necessario spendere due parole sulla sua origine. Come si intuisce dal titolo stesso questa è la terza versione pubblicata, si tratta infatti di un lavoro che nella sua concezione originale è destinato a non essere mai completo e definitivo, ma perennemente in fieri, un viaggio intellettuale ininterrotto, un processo fluido e cangiante più che una “cosa” fissa e definita nel tempo e nello spazio.
Altro punto importante per comprendere lo spirito in cui è stata, anzi, dicevamo, viene, continuamente, creata è l’assenza di una qualsiasi riferimento all’autore o agli autori, si tratta di un opera sviluppata in gruppo da una iniziativa che pur ispirandosi apparentemente ad esempi noti come Wu Ming va sicuramente oltre come concettualizzazione futurista basandosi chiaramente su filosofie di hive mind teorizzate su 4chan, ma portandole nel safe space della sperimentazione letteraria. L’irresponsabilizzazione del singolo individuo al fine di responsabilizzare la società, se non l’umanità intera, nel suo complesso.
Finita questa premessa, forse lunga, ma, vi assicuro, doverosa, passo finalmente a parlarvi di questo piccolo gioiello che mi ha incantato ieri sera, invadendo i miei sogni notturni.
Nel più puro stile post-modernista è inutile per il lettore cercare di individuare una trama univoca o un arco di sviluppo dei personaggi. La trama è in sé stessa caleidoscopica e inafferrabile come un velo di zucchero filato, i personaggi non sono consunstanzializzati in persone reali intrappolabili in una storia.
Una prima, superficiale critica potrebbe puntualizzare che si tratti di uno stilema superato, già Hemingway era maestro nell’universalizzare i suoi personaggi negandogli un nome proprio per renderli superiori alle miserie umane e altri autori meno capaci lo hanno ridotto a un miserando trucchetto per dare un tono poetico e aulico a creazioni di bassa lega. Non è questo il caso: partendo e sviluppando su gli esempi più nobili i “personaggi” diventano non solo degli universali ma dei veri noumeni in senso kantiano, “Contractor”, “Local Merchandise Group”, “Strategic MG” sono realtà stabili e immanenti, le ancore, i fari guida, che danno stabilità alla realtà del nostro mondo, in geniale contrasto letterario con il flusso continuo di trasformazione aziendale, rocce salde nel panta rei della modalità agile.
Il lettore non deve quindi porsi come si porrebbe di fronte a una novella o a un racconto tradizionale, segua liberamente il flusso, lasciandosi trascinare dalla corrente, dalla melodia del testo.
Fin dal musicale incipit (The docu-ment defines the roles, respon-sibilities and o-perating methods for the management of procu-rement process), l’importante è lasciarsi trasportare dal ritmo. Le pagine sembrano dire chiudete gli occhi e lasciatevi guidare fiduciosi dalla poesia delle parole, novelli Dervisci danzanti, man mano che il ritmo diventa sincopato (magistralmente sottolineato, in maniera ironica, dagli elenchi “puntati”).
Il lasciarsi trascinare fiduciosi è strumentale ad aumentare la reazione emotiva del lettore nell’incontrare i colpi di scena che non mancano nella narrazione. Quasi come fossero massi aguzzi e minacciosi piantati nel corso ribollente del processo non si può non rabbrividire empaticamente al pensiero dei rischi e dei pericoli che si possono correre ad affrontare eventi come il “CONTRACT AMENDEMENTS”, eventi che uno si aspetterebbe lineari o addirittura superficiali. Invece la genialità del testo, che a tratti raggiunge vette kafkiane, li mostra con inedita profondità rivelando quanto la loro ingannevole facilità nasconda adesso abissi labirintici di approvazioni e di assensi intrappolando gli anonimi sfortunati attori in legami ferrei e crudeli che però, sono nella realtà i collegamenti, veri cordoni ombelicali, con la più vasta realtà aziendale che ci circonda. Memento perenne di come il buyer non sia una monade slegata dall’universo circostante e dei pericoli che ne verrebbero credendosi tali, tremendo autoinganno.
Non voglio dilungarmi ancora, non voglio privare il lettore del piacere della scoperta e della soddisfazione che può trarre dal capire e interpretare autonomamente. Uno sforzo intellettuale di grande importanza.
Voglio solo soffermarmi su due punti. Farvi notare come nel testo siano nascosti indizi su futuri sviluppi e aggiornamenti (Il “Relation Model” e il “Sale” soavemente accennati con poche brevi pennellate, un ammiccamento al futuro) e invitarvi a non sorvolare le appendici, che in questo caso hanno una profondità esplicativa che definirei tolkeniana.
Insomma, un testo che non solo vi consiglio, ma che penso realmente sia necessario leggere e soprattutto introiettare per essere pronti ad affrontare con coscienza e competenza le sfide del futuro.
Non lasciatevi scoraggiare dalla sua impostazione ermeneutica, o forse gnostica, è uno strumento necessario nella cassetta degli attrezzi intellettuale che vi accompagnerà nella vita, potrà davvero illuminarvi la strada.
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